Le mie Marche sono quelle dei due fichi ruminali della Tradizione marchigiana: quello mitico del Monte Sibilla,
dove è nato il Saltarello ballato dalle fate con gli zoccoli di legno di fico ai piedi; quello leggendario e storico
di Castelfidardo, anticamente Waldum de fico (il bosco del fico), dove nel 1863 nacque l’industria italiana dell’organetto,
lo strumento che sconvolse dapprima la musica tradizionale della regione poi quella dell’intera penisola che proprio negli
stessi anni e anche grazie ad una battaglia combattuta negli stessi luoghi andava unificandosi politicamente con la
istituzione del Regno d’Italia.
Le mie Marche sono quelle della tradizione e nello stesso tempo quelle della storia, del mito, della leggenda,
della spiritualità, della fantasia, dell’incanto, della natura, dell’arte, della bellezza, della musica, dell’uomo e di Dio.
Le mie Marche sono quelle del ver sacrum dei Piceni, di Brenno e dei Galli Senoni, della battaglia del Sentino e del
sacrificio rituale del console plebeo romano Publio Decio Mure; sono quelle di Pompeo Magno, l’Alessandro Magno romano,
e del suo Navigare necesse est, vivere non est necesse; sono quelle di Totila e Narsete, della guerra Gotica, dei
longobardi, dei franchi.
Le mie Marche sono quelle dei libri La Scoperta di Aquisgrana in Val di Chienti di Giovanni Carnevale e di Carlo Magno.
La Contro Storia di Elisabeth de Moreau d’Andoy; quindi le mie Marche sono quelle di Pipino il Breve, di Carlo Magno e
dei carolingi, dei Vidoni di Camerino e dell’imperatrice Ageltrude, la mia “Madonna de Rambona”; sono quelle delle Sacre
Spine, della Sacra Lancia, del Crocifisso di Numana “volgarmente detto di Sirolo”, della Madonna Nera di Loreto che
sostituisce Bona, Cupra, Iside ed altre sacre figure femminili del passato; sono quelle di San Romualdo, di San Pier
Damiani, delle meravigliose abbazie, di Fonte Avellana, di Federico Barbarossa, dell’orgoglio e del coraggio della
martire laica Stamira, eroina di Ancona e della sua repubblica marinara.
Le mie Marche sono quelle di Federico II Stupor Mundi e del Rex Versuum Guglielmo Divini poi divenuto il Fra’
Pacifico del “Cantico di frate Sole” ma anche quelle del giullare Scatuzzo da Recanati, della Canzone del Castra
e del Ritmo di Sant’Alessio.
Le mie Marche sono quelle di Menahem da Recanati e della sua Cabala, di Cecco d’Ascoli, del fantasma del pirata
Caronte, di Antoine de la Sale, di Guerrin Meschino e dei cavalieri in pellegrinaggio presso l’antro della montagna
della Regina Sibilla, a volte perduti in essa a volte da essa iniziati.
Le mie Marche sono quelle di Urbino capitale del Rinascimento, città ideale, con Federico da Montefeltro,
suo “fratello” Ottaviano Ubaldini della Carda ed il loro grande sogno; di Ludovico Lazzarelli, di Olimpo da
Sassoferrato e del suo amare l’amore: “se amor non fusse el mondo non sarìa”.
Le mie Marche sono quelle dell’arte di Gentile da Fabriano, dei fratelli Salimbeni, dei fratelli Crivelli,
di Giovanni Santi, Raffaello e Lorenzo Lotto; sono quelle di San Ginesio mimo e musico e della sua festa per
la quale accorrevano artisti da ogni dove durante il Medioevo e il Rinascimento nel paese che porta il suo nome.
Le mie Marche sono quelle della musica e della danza di Guglielmo Ebreo da Pesaro, degli organi portativi (organetti)
citati o raffigurati in tante opere, di Francesco Spinacino, del Codice Cordiforme di Pesaro, di Ottaviano de’
Petrucci da Fossombrone, dell’Intavolatura di Ancona, dei grandi astri internazionali Pergolesi, Spontini e Rossini
e dei maestri della nostra tradizione popolare da cui hanno attinto Giovanni Ginobili e Lino Liviabella; le mie Marche
sono quelle da cui non si può prescindere se si vuol capire Giacomo Leopardi e Beniamino Gigli, recanatesi come i maestri
artigiani della famiglia Castagnari, da più di cento anni grandissimi costruttori contemporanei di organetti e fisarmoniche.
Da Recanati vengono i Lucanero. Il nostro nome di famiglia è ora più presente in Argentina che in Italia ma in Italia è
presente … sempre e solo nelle Marche, tra Recanati e Porto Recanati!
Le mie Marche non sono solo questo e le Marche, a prescindere da quelle “mie”, sono molto altro.
Quello che vi ho fin qui citato è soltanto quanto sicuramente, in un modo o nell’altro, potrete trovare nella mia musica.